Il 13 giugno 1935 nasce la Banca Agricola Popolare di Ragusa, frutto della fusione tra la Banca Agricola Cooperativa (la incorporante), la Banca Popolare Cooperativa, la Banca Agraria e Commerciale “La Popolare” e la Banca Cooperativa Agricola Commerciale. Dei quattro istituti di credito, la Banca Popolare Cooperativa era stata fondata nel 1889, e pertanto la nuova Banca assume per convenzione quell’anno come data di fondazione.
La crisi mondiale del 1929 ridusse le 4.328 banche presenti in Italia nel 1927 alle 1.424 del 1945. Un fenomeno che si registra ovunque, anche in Sicilia, a Ragusa e nell’area iblea, che presentava allora (e in parte tuttora) alcune peculiarità.
Infatti, come il resto della Sicilia anche la neonata Provincia di Ragusa godeva di un’economia legata alla terra: il grano dell’altopiano, insieme alle carrube ed altri prodotti, l’ortofrutta della fascia costiera, l’allevamento di ovini e bovini. Ma, a differenza di altre terre siciliane, la iblea vantava una solida e produttiva industria mineraria, legata alle cave e miniere di roccia asfaltica (seppure con capitali per la gran parte inglesi). La presenza di quattro banche tra Ragusa superiore e Ibla dimostra certamente la capacità produttiva del territorio, la creazione di una ricchezza che gli istituti di credito convogliano e ripartiscono sotto forma, soprattutto, di credito agrario.
Nel 1935 la città sfiora i 50.000 abitanti, risultando in fortissima crescita demografica, e quel 5 maggio quando si riuniscono, separatamente ma contemporaneamente, oltre 300 soci delle quattro banche, nasce la Banca Agricola Popolare di Ragusa, figlia di antiche esperienze, amministrata dai migliori uomini di vertice delle quattro banche che vi parteciparono.
A beneficiare della nuova realtà creditizia, costituita dalle famiglie Cartia, Scribano, Arezzo, Pennavaria, Monelli, Licitra, Gurrieri e Schininà, sarà l’intero territorio.